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CAPPOTTO TERMICO: un altro business del governo?

Parla un esperto muratore.

  • CAPPOTTO TERMICO:
  • Soluzione adatta per appartamenti?

Il vostro appartamento sarà una raccolta di umidità, tra muro esterno e pannelli di polistirene (scarto derivato dalla lavorazione del petrolio, materia prima in mano alla multinazionale americana 3M).
Più o meno come mettersi un sacchetto della spesa in testa, provate a respirare…..
certamente non entrerà il freddo, non entrerà il caldo, ma di sicuro quello che produce dentro casa:
docce, cucina, panni stesi, il semplice sudare e respirare di notte, rimarrà tutto dentro casa.
Quindi a traspirabilità già eravate scarsini, ora siete a zero.
Quel che è dentro, sta dentro. Umidità di risalita inclusa.
Poi forse vi sfugge, ma siete giustificati perchè non fate il mio mestiere, ma quei pannelli, chiamati polistirene espanso (espanso con un gas), quando avranno esaurito la loro tenuta o durata del gas che li rende leggeri e apparentemente traspiranti, sarà nociva come oggi vengono classificati alcuni materiali come le guaine bituminose, il cartongesso, le resine e tanti bei materiali che, guarda caso, le discariche/stazioni ecologiche, non accettano più.
L’amianto/eternit in tempi non lontani era il materiale del futuro, dimenticate?
Quindi sappiate che tra “tot” anni, appena lor signori dovranno vendere altro (tipo elettrico al posto della benzina), anche i vostri cappotti dovranno essere smaltiti come l’eternit oggi. Obbligatorio.
Sempre che chi li ha montati oggi si sia ricordato di risanare prima i muri, eliminare le parti cedevoli di pittura e di intonaco (altrimenti a cosa si attaccano?)….
ripristinare il livello, dare un primer, un rasante di presa, applicare a regolari “patacche” della colla specifica i pannelli e assicurarli con cura con funghi a battere o tasselli particolari e verificarne la tenuta uno ad uno. Poi rasante, rete, ancora rasante, intonachino colorato a finire. Ai prezzi che vedo in giro dubito, quindi auguratevi anche che resti attaccato

WF

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