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Perfino Pfizer è prudente

Perfino Pfizer è prudente

Perfino Pfizer è più prudente dei pediatri

La guida ufficiale dei medici dell’infanzia afferma che i sieri a mRna proteggono al 95% dal contagio: una enormità che non sostiene più nessuno. E tranquillizza le mamme che allattano, quando la stessa azienda produttrice dei vaccini precisa di non aver fatto test.

Da quanto segnala la Società italiana di pediatria (Sip), due dosi di vaccini anti Covid «possono impedire al 94-95% degli adulti di sviluppare la malattia». È sorprendente che il sito ufficiale dei pediatri continui ad affermare una così grossolana falsità.

Semmai, come precisa il ministero della Salute nella sezione «Fake news» (aggiornata all’aprile 2022, quindi senza prendere atto di una serie cospicua di studi usciti successivamente), possono «garantire un’efficacia del 90% nel prevenire malattia severa e morte», ma non certo impedire di finire contagiati.

Dati dell’Istituto superiore della sanità, contenuti in uno studio del febbraio 2022 pubblicati sulla rivista medica British Medical Journal (Bmj) e dal titolo «Efficacia dei vaccini a mRna e declino della protezione contro l’infezione da Sars-CoV-2 e grave Covid-19 durante la circolazione predominante della variante Delta in Italia: studio di coorte retrospettivo», mostravano una protezione media pesata del 42% in fascia 40-59 anni; del 29% in fascia 60-79 e del 21% in fascia over 80.

Si riferivano a Delta, perché Omicron non induce malattia grave e comunque in Danimarca (dal 29 novembre 2021 al 2 gennaio 2022) la protezione da questa variante, dopo due dosi Pfizer, è stata nel primo mese del 55%, per poi passare al 9% tra il secondo e il terzo.

«Non è stata osservata alcuna protezione contro l’infezione», in 186.676 soggetti, dichiarava uno studio italiano condotto nella provincia di Pescara, dal titolo «Efficacia della vaccinazione contro il Covid-19 nella popolazione generale di una provincia italiana: due anni di follow-up», pubblicato ad agosto sulla rivista Vaccines.

Perché, dunque, la Sip non provvede a far sparire dati privi di scientificità? In bella vista, nella home page dei pediatri italiani presieduti da Annamaria Staiano, alcuni poster avrebbero la funzione di informare i genitori sulle vaccinazioni anti Covid, mentre ecco che cosa propinano.

Il decalogo sulla vaccinazione Covid-19 a mRna, oltre alla fesseria sulla percentuale di popolazione che non svilupperebbe la malattia, indica come reazioni avverse più comuni «dolore e gonfiore nel sito di iniezione, stanchezza, mal di testa, dolore ai muscoli e alle articolazioni, brividi e febbre».

Zero riferimenti al rischio di miocarditi, solo per citare una delle patologie più frequenti post inoculo. Magari mamme e papà sarebbero interessati a sapere che cosa può capitare, soprattutto nei più giovani, come la cronaca sta segnalando anche per esiti letali.

Nella guida della Sip non poteva mancare la voce vaccino post malattia, raccomandato caldamente. «Non vi sono controindicazioni e non vi è la necessità di sottoporsi ad esami per verificare se si ha contratto l’infezione in precedenza. La vaccinazione non contrasta con una precedente infezione da Covid-19, anzi potenzia la sua memoria immunitaria», viene spiegato.

Ma se Aifa e ministero della Salute spiegano che non bisogna farsi dosi prima di 3 mesi dalla positività, che razza di informazione viene data ai cittadini? Non è che si pretenda un riferimento (per quanto doveroso) all’immunità da infezione che resiste ben più a lungo di quella da vaccino, ma almeno non dare consigli in pillole che possono nuocere alla salute.

All’ottavo posto, nel decalogo c’è l’indicazione per le mamme che allattano. Ti aspetteresti la massima precauzione, da parte di pediatri, invece liquidano la questione con una vergognosa formuletta: «La plausibilità biologica suggerisce che in un bambino allattato al seno il rischio conseguente alla vaccinazione Covid-19 della madre sia estremamente basso», quindi affermano che «va giudicata come compatibile con l’allattamento».

Però Pfizer ha sempre detto che i dati sull’uso «di Comirnaty durante l’allattamento non sono ancora disponibili», e l’ha ribadito nell’aggiornamento dello scorso 10 agosto. Studi, come quello pubblicato un anno fa su Jama Pediatrics, hanno rilevato tracce di mRna nel latte materno di donne fino a 45 ore dopo la vaccinazione. E nessuna certezza si ha, che una simile esposizione non possa alterare l’immunità delle creature. I medici dei bambini dovrebbero saperlo, non raccontare una cosa per un’altra.

Oltre al decalogo Covid, va segnalato un altro poster. Si chiama «Bambini e influenza», elaborato dalla Sip «con il contributo non condizionato di Astrazeneca». Raccomanda anti Covid e anti influenzale «in contemporanea», perché «è un vantaggio in termini di protezione». Precisa che «le vaccinazioni nascono per stimolare la risposta immunitaria e non stressano il nostro sistema immunitario».

Prima di affermare che dosi ripetute non hanno effetti, bisognerebbe ascoltare quello che dicono gli scienziati. «La nostra macchina immunologica ci protegge da tante cose ma può andare in corto circuito se troppo stimolata, ad esempio da stimoli antigenici anche vaccinali», avvertiva nel gennaio 2022 Antonio Cassone, professore all’American academy microbiology. Francesco Broccolo, virologo all’Università Bicocca di Milano, su Sanitàinformazione metteva in guardia su «eventuali effetti collaterali: maggiore è il titolo anticorpale e, probabilmente, è più alta la reattogenicità». In ogni caso, è sempre la stessa Pfizer a dipanare ogni dubbio. «Non sono stati effettuati studi d’interazione», dichiara. «La somministrazione concomitante di Comirnaty con altri vaccini non è stata studiata».

Invece, continua ad essere raccomandata la doppia puntura ad anziani, fragili, donne incinte e pure ai bambini. Per la campagna autunnale che sta per partire, la Società italiana di pediatria sostiene che «bisogna essere consapevoli dell’importanza di mettere in atto una specifica strategia di comunicazione, finalizzata a trasmettere ai genitori il valore della vaccinazione antinfluenzale e anti Sars-Cov-2, anche per bambini che non sono inseriti nelle ristrette categorie di pazienti fragili».

Il vaccino pure ai bimbi sani, sebbene non corrano rischi se si contagiano, mentre al contrario aumentano i dubbi sulla sicurezza degli mRna. Questa sarebbe la comunicazione della Sip. Così come voleva promuovere nel 2021 un’informazione «corretta e scientificamente valida», dichiarando che «la fascia di età pediatrica e adolescenziale può fungere da serbatoio per la diffusione del virus nell’intera popolazione».

Inoculare i piccoli, con un vaccino così poco sperimentato, per proteggere adulti sani e anziani plurivaccinati. Una fake news sulla pelle dei bambini, riproposta anche a emergenza Covid da tempo conclusa.

FONTE: https://www.laverita.info/perfino-pfizer-piu-prudente-pediatri-2665287597.html

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