Antonio Caiazza

@antonio1956

Attivo 1 mese, 1 settimana fa
Siamo sotto invasione. Mentre ci rimettono pezze in faccia e ci riprovano a iniettarci i loro sieri di morte, le nostre terre sono ogni giorno occupate da un numero incalcolabile di “immigrati” in grandissima parte maschi e giovani. Ciò avviene non per ragioni economiche, come tutti credono, ma per attuare la sostituzione […] Visualizzare
  • Siamo sotto invasione.
    Mentre ci rimettono pezze in faccia e ci riprovano a iniettarci i loro sieri di morte,
    le nostre terre sono ogni giorno occupate da un numero incalcolabile di “immigrati” in grandissima parte maschi e giovani.
    Ciò avviene non per ragioni economiche,
    come tutti credono,
    ma per attuare la sostituzione etnica,
    ovvero per creare entro pochi decenni la razza meticcia unica, decaduta e facilmente schiavizzabile, immemore del proprio passato e delle proprie radici etniche, culturali, civili, e anche religiose.
    È l’invasione silenziosa, il veleno mortale versato nel bicchiere di quella cadaverica entità che un tempo era la grandissima Europa cristiana, maestra delle genti e signora del mondo.
    A questo serve infatti la “cancel culture”, a questo la televisione, la scuola e l’università, a questo è asservito gran parte del clero odierno. Per questo incendiano le chiese e distruggono le opere d’arte.
    Per creare un meticciato disvelto dal proprio passato e da se stesso, senza più antenati, immerso nel mondo virtuale e tra poco cibernetico e nutrito di insetti e carne sintetica, senza mezzi per muoversi, senza mete dove fuggire, senza amici coi quali poter resistere, dimentico della propria grandezza, come una pianta sradicata gettata su un terreno per essere utilizzata e poi arsa.
    È un piano molto antico, che viene chiamato Kalergy, dal nome di colui che lo ha chiaramente rivelato.
    L’uomo libero sa che deve salvarsi e salvare gli altri da tutto questo.
    Siamo in pochissimi, occorre cercarsi, trovarsi, unirsi, per poter resistere e salvare il filo con il nostro passato, rimanere attaccati alle nostre radici etniche che vanno preservate, alla nostra cultura, alle nostre lingue, usanze, cucine, bellezze, tradizioni.
    Soprattutto, alla fede di sempre, unica ancora che ci lega all’unico Salvatore.
    Pensare ad altro, non voler capire, non voler reagire, oggi, vuol dire essere divenuti parte dei progetti infernali.
    Coloro che capiscono, sono chiamati a compiere la più grande e tremenda opera di salvezza della storia dell’umanità.
    Sono il filo che non si spezza. (MV) 8 mesi fa